Il trend dei tassi dei titoli di stato dell’area euro, in particolare dei Btp, continua a sconfessare Christine Lagarde, numero uno della Bce, che anche ieri ha cercato di rassicurare i mercati sulla natura, a suo avviso temporanea, della fiammata dell’inflazione. I rendimenti dei Btp, insieme allo spread Btp-Bund, avevano puntato verso l’alto già nella giornata di ieri, di pari passo con l’euro che, a dispetto dei toni «da colomba» di Christine Lagarde, era salito fino a un soffio da 1,17 dollari. Oggi la moneta unica fa dietrofront, ma i rendimenti decennali dei bond italiani volano ancora, schizzando in una sola seduta di 19 punti base balzando fino all’1,2%, massimo dal luglio del 2020.
Inflazione oltre le attese
Lo spread Btp-Bund si porta oltre 130 punti base al valore più alto dallo scorso novembre. Praticamente, la fiammata dei tassi dei Btp ha azzerato - e anche da un po’ - l’effetto scudo anti-spread di cui si è tanto parlato all’inizio dell’anno, quando si è diffusa la notizia della chiamata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di Mario Draghi per la formazione di un nuovo governo. La tensione è stata rinfocolata oggi dalla pubblicazione, da parte dell’Eurostat, della lettura preliminare del tasso di inflazione dell’area euro , che si è attestato a ottobre al 4,1% su base annua, in deciso aumento rispetto al 3,4% di settembre e ben oltre le attese degli analisti, che avevano previsto un rialzo al 3,7%. Si tratta del livello di inflazione più alto da luglio 2008.
Obiettivi sforati nel 2022?
Guardando alle singole componenti, l’energia ha evidenziato a ottobre il rincaro più alto su base annua (23,5% contro 17,6% di settembre). Nel caso specifico dell’Italia, sempre a causa del caro energia, l’inflazione è aumentata al 2,9%. Per quanto da tempo Lagarde tenga il punto su un tasso di inflazione che, a suo avviso, rimarrà nel medio termine sotto il target della Bce pari al 2% , i mercati monetari stessi non sono convinti, al punto da prezzare ora due aumenti dei tassi di interesse, in Eurozona, entro il dicembre del 2022. Gli esponenti del Consiglio direttivo della banca centrale hanno parlato del rischio che l’inflazione finisca con il rimanere al di sopra del target della Bce per tutto il 2022. Oggi l’euro ritraccia dai valori al record dal 28 settembre testati nella sessione di ieri, quando era salito sul dollaro fino a 1,1692 dollari. Il rapporto euro-dollaro arretra dello 0,40% a 1,1633.
Le ammissioni di Christine Lagarde
Nella giornata di ieri, dopo l’annuncio della Bce sui tassi e su altri strumenti di politica monetaria, tutti confermati, Lagarde ha ammesso che «l’inflazione impiegherà più tempo a rallentare il passo rispetto a quanto previsto, a causa delle strozzature che stanno colpendo le catene di approviggionamento e della crescita della domanda da parte dei consumatori», allontanando contestualmente per lo stesso motivo e ancora di più la prospettiva di una stagflazione. Ma qualcuno in Eurozona inizia a perdere il sonno mentre qualcun altro potrebbe aver già iniziato a perdere anche le staffe.
Spread a 130 punti, ai massimi da novembre 2020: l’inflazione di area euro al 4,1% - Corriere della Sera
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