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Tuesday, September 14, 2021

Export: balzo dell’11,3% nel 2021. Il traino di Germania, Usa e Svizzera - Il Sole 24 ORE

I punti chiave

3' di lettura

La spinta garantita dalla generale ripresa dell’economia globale dopo lo stop imposto dalla pandemia mette le ali all’export italiano che, nel 2021, farà registrare una crescita dell’11,3% con le esportazioni di beni che toccheranno quota 482 miliardi. Le previsioni arrivano dal Rapporto Export 2021 dell’Ufficio studi di Sace, “Ritorno al futuro: anatomia di una ripresa post-pandemia, la consueta bussola predisposta dal gruppo assicurativo-finanziario presieduto da Rodolfo Errore e guidato da Pierfrancesco Latini sull’andamento dell’export italiano nel mondo. Una fotografia puntuale che indica, già a fine anno, per l’export italiano un pieno ritorno ai livelli pre-pandemia.

Latini: la ripresa dell’Italia passa per l’export

«Il nostro Rapporto indica chiaramente come la ripresa dell'Italia passi per l'export, il principale motore della nostra economia. Il nuovo mandato e gli strumenti affidati a Sace ci consentono di intervenire nel sostegno alle esportazioni del Made in Italy, ma allo stesso tempo di lavorare sul contesto interno, sulla spinta agli investimenti, innescando così un circolo virtuoso in grado di migliorare la competitività delle imprese italiane e del Sistema Paese, generando un ulteriore volano per il nostro export», è il commento dell’ad di Sace, Pierfrancesco Latini.

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Export di beni a 550 miliardi nel 2024

Secondo il Rapporto, dopo il rimbalzo del 2021 le esportazioni di beni made in Italy continueranno a crescere nel 2022 a un ritmo del 5,4% per assestarsi poi, nel biennio successivo, su un incremento medio del 4 per cento. Un ritmo, superiore a quello registrato prima della crisi pandemica, che consentirà all’export della penisola di raggiungere i 550 miliardi di euro di valore nel 2024. Un livello che, chiarisce l’ufficio Studi della Sace sotto la guida di Alessandro Terzulli, sarà raggiunto anche grazie all’iniezione di risorse assicurata dai programmi europei e non di ripresa, a cominciare dal Next Generation Eu. Quanto all’esportazione di servizi, la vera svolta si avrà nel 2022 quando i valori torneranno sopra i livelli pre-Covid con un balzo del 35,1 per cento, a fronte del 5,1% che si registrerà alla fine di quest’anno. «L’export italiano - spiega il chief economist Terzulli - è tornato a crescere dopo l’interruzione della crisi pandemica. Ma l’estrema eterogeneità di questa ripresa non è semplice da decifrare e occorrono, oggi più che mai, chiare coordinate delle opportunità sia a livello settoriale che geografico».

Il medagliere

Il Rapporto Sace offre quindi, come sempre, una guida ragionata agli esportatori per capire quali sono le aree dal maggiore potenziale. E anche l’edizione di quest’anno contiene una mappa, sotto forma di medagliere in omaggio alle Olimpiadi celebrate nelle scorse settimane, con una classificazione dei Paesi in base ai valori di crescita dell’export nel 2021 e alla dinamica di ripresa negli anni successivi. In base a tali criteri, dunque, la medaglia d’oro è stata assegnata alla Germania, primo mercato di sblocco per l’Italia, che cresce a doppia cifra nel 2021, grazie al traino di beni di investimento e intermedi, agli Stati Uniti, terzo mercato italiano e primo extra Ue, e alla Svizzera. Nella fascia della medaglia d’argento con valori di incremento più contenuti a partire dal 2022, figurano invece Francia, Paesi Bassi e Brasile, mentre Regno Unito, Spagna e Austria raccolgono la medaglia di bronzo.

I due scenari di previsione

Il documento ha poi esaminato due possibili scenari alternativi in considerazione della grande incertezza che ancora accompagna l’evoluzione della pandemia. Così, nel primo scenario “confidence boost”, si ipotizza uno shock positivo sull’economia mondiale con una crescita delle esportazioni italiane nel 2021 del 14,7%, vale a dire 3,4 punti percentuali in più dello scenario base. Nell’altro scenario, invece, “nuove varianti”, con la possibile diffusione di altre varianti del Covid-19 a maggiore capacità trasmissiva, l’incremento dell’export Made in Italy sarebbe più contenuto e si attesterebbe al 7,2 per cento.

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