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Sunday, September 12, 2021

Contributo a fondo perduto per partita IVA: tutte le novità! - Trend-online.com

Con scadenza fissata al prossimo 8 novembre 2021, l’Agenzia delle Entrate – in un comunicato ufficiale dello scorso 8 settembre (provvedimento n. 230686/2021) – notifica tutti i termini e le modalità per richiedere il contributo a fondo perduto per i soggetti a partita IVA.

L’iniziativa è specificatamente indirizzata a tutti i titolari di attività economiche a partita IVA che vengono esercitate nelle zone A o in comuni che si configurano come città santuario e che potranno ottenere il contributo a fondo perduto corrispondente ad una somma compresa tra 1000 e 150mila euro. Ma andiamo a vedere nello specifico come si struttura questa misura.

Contributo a fondo perduto: cos’è e quali sono i requisiti necessari alle partite IVA per richiederlo

Il contributo a fondo perduto consiste in un aiuto economico che enti quali Comuni, Regioni o Ministeri concedono alle imprese (con o senza partita IVA) a seguito della presentazione, da parte delle stesse, delle spese effettuate in un intero anno di imposta per l’acquisto di servizi o macchinari. 

Solitamente il contributo a fondo perduto viene erogato a seguito della presentazione di un bando che indica la somma massima che può essere stanziata per il contributo e che non copre al 100% tutte le uscite effettuate dall’azienda a partita IVA (si va da un minimo del 40% a un massimo dell’80%). La restante quota delle spese da coprire spetta all’impresa che ha richiesto il contributo.

Contributo a fondo perduto: le novità per le partite IVA previste dal Decreto Sostegni Bis

Sul fronte normativo, il Decreto Sostegni Bis (dl n. 73 del 26 maggio 2021, poi convertito con la legge n. 106 del 24 luglio 2021) ha strutturato un nuovo contributo a fondo perduto che può erogarsi secondo tre formule:

  • Contributo a fondo perduto "automatico", ovvero assegnato direttamente dall’Agenzia delle Entrate e diretto ai soggetti a partita IVA che avevano già ricevuto un contributo grazie al primo Decreto Sostegni. Tale beneficio deve presentare uguale importo e modalità di erogazione e soprattutto la partita IVA destinataria deve essere operativa già all’entrata in vigore del DL Sostegni Bis.
  • Contributo a fondo perduto "alternativo", destinato alle attività a partita IVA che hanno subito un calo del fatturato mensile del 30% relativo al periodo aprile 2020-marzo 2021 (rapportato all’aprile 2019-marzo 2020). In questo caso il bonus presenterà delle percentuali maggiorate per i soggetti che non hanno percepito il contributo del precedente Decreto Sostegni.
  • Contributo a fondo perduto "conguaglio", regolato con un DM del Ministero di Economia e Finanza e approvato dalla Commissione Europea, che verrà erogato sono a seguito di una perdita di fatturato conclusasi nel dicembre 2020 (sempre rapportata al dicembre 2019) e previa presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno 2020.

Infine, è previsto anche un contributo a fondo perduto "eventuale" destinato agli esercizi a partita IVA che nel 2019 hanno ottenuto ricavi uguali o inferiori a 15 milioni di euro.

Per avere una panoramica sul funzionamento del contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Sostegni Bis 2021 e i requisiti richiesti ai titolari di partita IVA per presentare l’istanza, si consiglia la visione del video YouTube realizzato dalla dott.ssa Alessandra Mugnetti del canale "L’imprenditore in-formato".

Contributo a fondo perduto: i requisiti richiesti per le attività a partita IVA che vogliono presentare istanza di assegnazione dei fondi

L’ultima direttiva trasmessa dall’Agenzia delle Entrate, e che consente alle attività economiche a partita IVA operanti nelle zone A di far domanda per il contributo a fondo perduto, indica una serie di requisiti che le imprese devono possedere per poterlo ottenere.

Nella fattispecie, tale contributo a fondo perduto riguarda quelle attività a partita IVA che operano in comuni che devono avere:

  • Numero di abitanti superiore a 10mila.
  • Un volume di turisti stranieri almeno tre volte superiore a quello dei propri residenti (con riferimento alle rilevazioni aggiornate delle amministrazioni pubbliche competenti).

L’elenco delle città e dei comuni che possono inviare la domanda per il contributo a fondo perduto è contenuto nella "Guida alla Richiesta", presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, che fornisce a titolari e imprese a partita IVA tutte le indicazioni necessarie per compilare e inviare correttamente l’istanza.

Contributo a fondo perduto: le partite IVA che possono beneficiarne e la definizione di zona A 

Il provvedimento emanato dall’Agenzia delle Entrate l’8 settembre indica in modo preciso chi sono i destinatari a partita IVA del contributo a fondo perduto. In particolare, si fa riferimento a tutti coloro che svolgono attività economica di «vendita di beni e servizi al pubblico in zona A o equivalenti Comuni che posseggono santuari religiosi». Ma cosa si intende per zona A?

Il MEF (Ministero di Economia e Finanza) ne dà una definizione precisa: «la zona A è spesso identificata con l’ambito storico del comune e la zona B è associata agli ambiti residenziali» e – relativamente all’erogazione del contributo a fondo perduto – continua ancora: «la legge esclude dall’agevolazione gli immobili situati nelle zone C, le aree di espansione urbanistica».

Contributo a fondo perduto: le eccezioni per le attività a partita IVA che hanno già percepito il contributo

Le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate rilevano un’eccezione per tutti gli esercizi commerciali a partita IVA che, in passato, avevano già percepito il contributo a fondo perduto. Questi possono richiederlo, ma tale estensione vale per quelle attività site in comuni diversi da quelli indicati nella recente direttiva dell’Agenzia. 

Potranno ottenere il contributo a fondo perduto le imprese a partita IVA che hanno subito un calo del 33% su fatturato e corrispettivi nel giugno 2020 (da mettere in relazione allo stesso mese del 2019). Tuttavia, se l’esercizio è stato avviato nel luglio 2019, l’azienda non sarà tenuta a dare prova della perdita del 33%.

Come compilare la domanda per ottenere il contributo a fondo perduto per le attività a partita IVA

Per l’invio dell’istanza di ottenimento del contributo a fondo perduto, gli esercenti a partita IVA non dovranno far altro che inviare telematicamente all’Agenzia delle Entrate il modello precompilato presente nella sezione "Fatture e Corrispettivi" del sito ufficiale delle Entrate.

Sul modulo d’istanza del contributo a fondo perduto, andranno indicati:

  • Codice fiscale e IBAN del conto corrente relativo al titolare di partita IVA che richiede il beneficio fiscale.
  • I fattori che permettono di determinare ricavi e compensi relativi all’anno 2019.
  • La quota finale di fatturato e corrispettivi relativi ai mesi di giugno 2020/2021, per determinare l’ammontare del contributo a fondo perduto da erogare.
  • Il codice catastale del Comune di riferimento.

Contributo a fondo perduto e domanda di istanza: quando il titolare di partita IVA sceglie un intermediario

Il soggetto titolare di partita IVA che vuole ottenere il contributo a fondo perduto può scegliere due diverse modalità di invio dell’istanza all’Agenzia delle Entrate:

  • Effettuare la richiesta e l’invio della modulistica in prima persona.
  • Scegliere di affidarsi ad un intermediario.

Se decide di perseguire quest’ultima strada, il titolare di partita IVA dovrà munire tale "mediatore" di delega per la consultazione del proprio Cassetto Fiscale. Inoltre, la domanda per il contributo a fondo perduto dovrà contenere il codice fiscale dell’intermediario ma i dati bancari del richiedente.

Infine, nel caso in cui chi richiede il contributo a fondo perduto sia un soggetto partita IVA diverso da persona fisica, per consentire la compilazione della domanda, saranno richiesti i dati identificativi del rappresentante legale di riferimento.

Contributo a fondo perduto per partita IVA: modalità di erogazione e di recupero del contributo

A seguito dell’invio della modulistica correttamente compilata, l’Agenzia delle Entrate effettuerà tutte le indagini del caso e (se tali verifiche andranno a buon fine) stanzierà il contributo a fondo perduto tramite bonifico inviato all’IBAN del richiedente a partita IVA che ha presentato l’istanza.

Nel caso in cui il contributo a fondo perduto venisse erogato (parzialmente o totalmente) ad un esercizio a partita IVA a cui non era dovuto, allora l’Agenzia procederà sia a recuperare la somma non spettante sia a sanzionare il soggetto che ne aveva illecitamente usufruito.

L’esercente a partita IVA avrà comunque l’opportunità di risolvere la propria posizione illecita, restituendo la somma relativa al contributo a fondo perduto che gli era stata elargita (con tanto di interessi) e pagando le relative sanzioni imposte dall’Istituto fiscale sulle quali, però, potranno essere applicate delle riduzioni.

Contributo a fondo perduto: come si calcola l’ammontare della quota da erogare ai soggetti a partita IVA che lo richiedono e a quanto corrisponde

La quota finale del contributo a fondo perduto che viene assegnata al richiedente è il risultato della differenza tra il valore di fatturato e corrispettivi del mese di giugno 2020 e quelli dello stesso mese dell’anno precedente (ovvero giugno 2019). In base ai ricavi ottenuti dall’attività a partita IVA varierà la somma stanziata, secondo queste percentuali:

  • 15% di differenza per le attività a partita IVA con un fatturato inferiore a 400mila euro.
  • 10% di differenza per gli esercizi con ricavi superiori a 400mila euro.
  • 5% di differenza per gli esercenti a partita IVA i cui compensi sono stati uguali o superiori ad un milione di euro (con riferimento al periodo d’imposta precedente a quello corrente).

A livello strettamente monetario, le cifre a cui si fa riferimento per l’acquisizione del contributo a fondo perduto vanno da un minimo di 1000 euro per partita IVA appartenente a persona fisica (2000 euro per persone non fisiche) ad un massimo di 150mila euro.

Contributo a fondo perduto per partita IVA: come l’Agenzia delle Entrate calcola la percentuale dei ricavi dei richiedenti e ne assegna il contributo

L’Agenzia delle Entrate, in ultima istanza, calcolerà la percentuale del contributo a fondo perduto da distribuire facendo una media tra il limite di spesa fissato nella norma (o nel bando) e l’ammontare di tutti i contributi richiesti dai soggetti a partita IVA.

Sempre tenendo conto del finanziamento messo a disposizione dal bando di erogazione del contributo a fondo perduto, la percentuale finale da assegnare ai richiedenti a partita IVA sarà comunicata attraverso un provvedimento del Direttore dell’Agenzia.

Copywriter freelance, classe 1990.
Sono laureata in Editoria e Culture della Comunicazione e della Moda presso l'Università degli studi di Milano, precedentemente laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Catania. Ho maturato competenze in ambito SEO e SEM nella scrittura, per testate online come InnovaMi.news e Rumors.it. Inoltre, ho sviluppato competenze nell'ottimizzazione SEO oriented di siti web e blog. Precedentemente, ho collaborato con il ruolo di web content editor presso l'agenzia di comunicazione milanese toBiz Agency.

Il mio motto è? "Il peggior tradimento che potete fare a voi stessi è non fare ciò per cui vi brillano gli occhi".

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