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Saturday, July 31, 2021

Pil, sorpresa nel secondo trimestre: +2,7%. Ma sarà difficile tenere il ritmo per tutto il 2021 - Corriere della Sera

Partiamo dalla sorpresa: la stima preliminare del Pil del secondo trimestre ‘21, secondo gli analisti, avrebbe dovuto aggirarsi attorno a +1,3% rispetto al trimestre precedente e invece il riscontro ufficiale dell’Istat è più del doppio: +2,7%. In Europa siamo dietro al Portogallo e solo di un decimale alla Spagna ma nettamente davanti ai Paesi nostri partner privilegiati come Germania (+1,5%) e Francia (+0,9%). Ci sarà tempo per indagare il motivo della sorpresa, probabilmente il ciclo ravvicinato delle aperture/chiusure causa virus determina variazioni molto rapide oppure, tesi più radicale, i modelli econometrici di cui si servono gli analisti sono terribilmente invecchiati.

Il lavoro in crescita

In attesa di capirne di più registriamo nella stessa giornata un altro dato estremamente positivo: nel mese di giugno rispetto a maggio l’occupazione è cresciuta di ben 166 mila unità (+0,7%) e il tasso di occupazione è salito al 57,9%. Sono diminuite le persone in cerca di lavoro e anche gli inattivi. Buono il trend dell’occupazione giovanile e femminile rispetto ai mesi della pandemia e complessivamente il danno causato dall’infezione al mercato del lavoro italiano è sceso statisticamente a 470 mila posti di lavoro.

Spiazzati gli analisti

Prima di applaudire però dovremo capire meglio quanto i dati di giugno siano influenzati dalle nuove metriche Eurostat, che sono influenzate dalla riduzione delle casse integrazioni a zero ore. Per sintetizzare si può dire che c’era la sensazione che il secondo trimestre avesse rimesso in moto i servizi (l’industria in fondo non si è mai fermata) ma le proporzioni dell’incremento hanno spiazzato gli analisti. A dimostrazione di come basti, per un’economia aperta come la nostra, riaprire anche parzialmente i flussi turistici per registrarne subito gli effetti positivi sul Pil. La seconda considerazione riguarda le agevolazioni per l’edilizia che, anch’esse, creano subito input positivi a monte e a valle delle ditte strettamente incaricate dei lavori. Una citazione la merita anche l’export che si riconferma come negli anni Dieci un pilastro della nostra economia, anche in condizioni obiettivamente più difficili per la tenuta del commercio internazionale.

Verso un 2021 in rialzo del 5-6%

Per effetto di un incremento del Pil già acquisito del 4,8% le stime per il risultato complessivo del 2021 probabilmente dovranno essere riviste al rialzo in un territorio che potrebbe situarsi tra il +5 e il +6%. Tutto positivo, dunque, se sul futuro del Pil italiano non pendesse purtroppo la variante Delta e il tipo di restrizioni che le autorità potrebbero essere costrette a varare. E infatti pur davanti all’ottimismo varrà la pena introdurre qualche caveat, come del resto già le prime analisi di ieri di Intesa Sanpaolo e di Ref Ricerche ne contenevano.

I timori

Nella sostanza si pensa che difficilmente performance come quella del secondo trimestre possano ripetersi nei successivi, almeno nelle stesse proporzioni. E non solo per colpa del virus. La crescita per ora sembra influenzata significativamente dai generosi ecobonus governativi (in un semestre hanno generato 24 mila interventi di ristrutturazione per un valore di 3,5 miliardi) che rafforzano di nuovo la componente immobiliare del funzionamento della nostra economia reale e, siccome non si hanno segnali che le famiglie abbiano rivisto la tendenza a parcheggiare i risparmi in banca, è possibile che questi ultimi altro non siano che degli accantonamenti da spendere in un secondo tempo. Per avere case più confortevoli o più adatte al lavoro da remoto. Nel secondo semestre dovrebbe cominciare poi a dispiegarsi “la potenza di fuoco” degli investimenti pubblici legati al Pnrr. Ma anche in questo caso un paio di domande si impongono: che interazione si stabilirà tra di essi e un modello industriale centrato sulla forte specializzazione produttiva e l’export? E quegli investimenti pubblici riusciranno, con la burocrazia che abbiamo, a scaricarsi a terra in tempi ragionevoli?

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