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Sunday, July 25, 2021

Moda, Armani in salita nei primi mesi del 2021: numeri vicini al 2019 nonostante la pandemia - Corriere della Sera

Mentre tutti cercano di capire se ci sarà o no un’alleanza nella moda che coinvolga Giorgio Armani, il gruppo ha diffuso oggi, domenica 25 luglio, i risultati del 2020 e del primo semestre 2021. Un comunicato, va detto, tutto e solo concentrato sui numeri e dove non si fa cenno a eventuali cambiamenti futuri. La pandemia ha naturalmente colpito anche Armani che, appena l’emergenza si è allentata, è tornato a crescere dimostrando una volta di più come i segmenti più alti del mercato siano resistenti, tanto da essere guardati con un interesse crescente da parte degli investitori e dei private equity. E lo stesso Armani si dice “particolarmente ottimista e determinato”.

I numeri

Il gruppo si conferma fortemente liquido, con quasi 1 miliardo di posizione finanziaria netta (950 milioni), pur se in calo del 24% rispetto al livello del 31 dicembre 2019, mentre il patrimonio netto consolidato è allineato ai dati del 2019 con 2.010 milioni di euro.
Nel dettaglio, i ricavi netti consolidati sono stati di 1,6 miliardi di euro, con una riduzione del 25% sul 2019. “La flessione - spiega il comunicato - si è fortemente concentrata nel primo semestre dell’anno; già nel secondo semestre 2020, infatti, i ricavi netti consolidati evidenziano un netto recupero, nonostante le nuove ondate di contagi e l’intensificarsi dello stato di emergenza in Europa che hanno contraddistinto l’ultimo trimestre del 2020”.
E Giuseppe Marsocci, vice direttore generale del gruppo, ha precisato che sui numeri ha impattato anche la scelta “di contenere l’offerta delle nuove collezioni, in considerazione del momento storico, con un merchandising nei negozi allineato alle stagioni climatiche e con attenzione alle esigenze reali dei clienti finali”. L’Ebita consolidato è stato di 263 milioni mentre l’Ebit è andato in rosso per 29 milioni. L’utile netto è stato di 90 milioni. Volendo considerare il fatturato indotto, il gruppo lo ha quantificato in 3,3 miliardi (-21%). Nei primi sei mesi dell’anno i ricavi netti consolidati a cambi correnti segnano un +34% rispetto al primo semestre 2020 ( +38% a cambi costanti e +59% considerando il calendario retail nei canali a gestione diretta, escludendo quindi wholesale e licenze).

Redditività

Numeri sostenuti in particolare da Cina e Sati Uniti e più recentemente anche dall’Europa. In assenza di “non auspicabili diffuse chiusure generalizzate del retail nel secondo semestre, dovute al Covid”, lo scenario indica una redditività “decisamente migliore per il 2021”. “La ripresa di questi primi mesi del 2021, con risultati già vicini al 2019 nonostante la pandemia non sia ancora risolta, insieme alla resilienza mostrata dal gruppo Armani nell’affrontare il momento più difficile del periodo pandemico nel 2020, mi rende particolarmente ottimista e determinato nel proseguire il mio percorso strategico di medio-lungo termine, caratterizzato, come sempre, da una grande attenzione alla qualità restando fedele alla mia filosofia estetica. L’obiettivo è di tornare entro il 2022 ai livelli precedenti alla pandemia, con oltre 4 miliardi di euro di fatturato indotto e oltre 2 miliardi di fatturato diretto”, è stato il commento di Giorgio Armani, che del suo gruppo è presidente e amministratore delegato.

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