Termina la sospensione delle cartelle e di tutte le notifiche al 30 giugno 2021. In effetti, il Fisco batte cassa e da luglio a molti contribuenti arriverà una comunicazione inaspettata che già ora crea delusione e sconforto. Saranno molti i contribuenti che dovranno correre ai ripari per non perdere tutto. Terminato il blocco dell’Agenzia delle Entrate, in partenza una valanga di avvisi di pagamento (cartelle esattoriali) e non solo, vediamo cosa succederà.
Il Fisco batte cassa e da luglio a molti contribuenti arriverà una comunicazione inaspettata che che già ora crea delusione e sconforto
Il primo luglio 2021 ripartirà l’attività di riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Delusi i contribuenti che attendevano maggiore respiro per i pagamenti sospesi, in virtù della ripresa economica. Quindi, ripartono anche i pignoramenti presso terzi. Si tratta dei pignoramenti attivati prima dell’entrata in vigore del Decreto Legge n. 34 del 19 maggio 2020.
Il pignoramento riguarderà gli stipendi, pensioni e trattamenti assimilati. Anche in difficoltà le famiglie che non hanno pagato l’affitto, investite dalla crisi economica. Ma attenzione perché se non si paga l’affitto oltre allo sfratto si rischia il pignoramento del conto corrente o dello stipendio.
Sulla pensione il limite di pignoramento o stipendio non può essere superiore a più di un quinto del valore dell’assegno sociale.
Ad esempio, uno stipendio netto di circa mille euro subisce una decurtazione per pignoramento di 200 euro (il 20%).
Inoltre, dal primo luglio le Pubbliche Amministrazioni dovranno anche effettuare le verifiche per le inadempienze in base all’articolo 48 del DPR numero 602/1973. Questo controllo è effettuato prima di disporre i pagamenti superiore a 5.000 euro ai propri fornitori.
Quando scatta la decurtazione sulla pensione o sull’assegno
Nell’atto di pignoramento presso terzi è contenuta una citazione che invita a presentarsi davanti al tribunale civile. La citazione è rivolta al debitore e al terzo pignorato.
Nell’udienza il giudice verifica l’esistenza di crediti del lavoratore. In questo caso autorizza il pignoramento. Il datore di lavoro da quel momento sarà obbligato a trattenere un quinto dello stipendio finché il debito non sarà completamente esaurito.
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