La questione, per dirla con una fonte di primissimo livello, “è sul tavolo” e deve essere “affrontata presto”. La questione è ancora il vaccino AstraZeneca, che fin qui ha vissuto sorti alterne e ai cui destini è legata buona parte della campagna vaccinale anti Covid. Se dopo aver tagliato il traguardo del mezzo milione di somministrazioni quotidiane si vuole raggiungere nei tempi indicati il prossimo obiettivo, ossia vaccinare il 60% degli italiani entro luglio o addirittura prima, bisogna “sbloccare” il farmaco anglo svedese andando oltre i suggerimenti dell’Agenzia italiana del farmaco che, dopo lo stop di tre giorni in Europain seguito a una serie di reazioni avverse sospette, pur non mettendo paletti anagrafici l’ha raccomandato in via preferenziale alle persone con più di 60 anni. E ora si potrebbe decidere di consigliarlo agli over50. La raccomandazione attuale è “superabile”, ha spiegato oggi in un’intervista ad HuffPost il professore Guido Rasi, ex direttore dell’Ema e da oggi nuovo consulente del commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo. Proprio Figliuolo, in mattinata, ha confermato che si sta valutando di estendere questo vaccino alla “classe di età inferiore ai 60, questo sulla base degli studi” aggiungendo: “Ne sto parlando con Istituto Superiore di Sanità e con la commissione tecnico scientifica dell’Aifa”.
D’altra parte anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo ultimo intervento televisivo, il 25 aprile a “Domenica in”, non aveva escluso la possibilità di “un’evoluzione sulla base dei nuovi studi” per l’utilizzo del vaccino anglo svedese. Se si vuol accelerare, via via che ci si avvicina alla fase della vaccinazione di massa e dunque aumenta il numero di persone da immunizzare, bisogna rivedere i suggerimenti di Aifa sul farmaco di AstraZeneca. Nella corsa ai vaccini l’Italia non vuole buttare il vaccino anglo svedese. “A noi interessano le percentuali di somministrazione e tutto quello che abbiamo lo dobbiamo somministrare, ha spiegato, prendendo la parola dopo Figliuolo, il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Dichiarazioni che, come quelle del commissario straordinario, più d’uno dalle parti dell’Agenzia italiana del farmaco e del ministero della Salute ha interpretato come una sorta di pressing. Per Figliuolo - lo ha detto chiaramente nel suo intervento - “dobbiamo impiegare tutto ciò che abbiamo altrimenti il ritmo della campagna vaccinale non raggiungerà gli obiettivi previsti”.
Quanto ai numeri, nel trimestre in corso (da aprile a giugno) nel nostro Paese “ci saranno 32 milioni di dosi Pfizer e 10 milioni di Astrazeneca. Su quest’ultimo vaccino ci sono stati errori di comunicazione”, ha spiegato stamattina a RaiNews24 il virologo Giorgio Palù presidente dell’Aifa, precisando che l’Agenzia “alla fine ha dato dei suggerimenti, indicazioni non stringenti per gli over 60 perché sono stati riscontrati eventi avversi rarissimi”.
E ora, alla luce dei nuovi studi condotti e dei nuovi dati raccolti, come ci si muoverà? Quei suggerimenti, quelle indicazioni, saranno riconsiderati?
Una decisione ufficiale ancora non c’è, ma per ora le ipotesi che circolano sono due: via libera alla somministrazione dei vaccini AstraZeneca, previa scelta volontaria certificata da consenso informato, a tutte le persone con meno di 60 anni oppure una nuova raccomandazione per consigliare, come detto, il vaccino alla fascia over50, quindi alle persone di età compresa tra i 50 e i 59 anni. Sarà questa la nuova scelta di Aifa e Ministero della Salute? La risposta potrebbe arrivare a stretto giro. Intanto si lavora su un altro fronte fondamentale per far avanzare la campagna di immunizzazione, la vaccinazione sui luoghi di lavoro. Domani, martedì 4 maggio, si riaprirà il tavolo avviato nei mesi scorsi per organizzare l’operazione che consentirà ai datori di lavoro di far vaccinare i dipendenti nella propria azienda. Nella riunione, alla quale parteciperanno i tecnici di Ministero del Lavoro e Ministero della Salute, Inail, Regioni e struttura commissariale, si decideranno tempi e priorità. Si stabilirà, dunque, quando far partire la vaccinazione sui luoghi di lavoro e a quali settori dare la precedenza. Sempre sulla base di fragilità ed esposizione al rischio, i criteri sin dall’inizio centrali nella definizione delle priorità della campagna vaccinale. Nelle aziende si potrebbe partire a giugno. Poi, certo, bisognerà avere a disposizione le dosi necessarie a immunizzare persone che nella stragrande maggioranza dei casi hanno meno di 60 anni. E anche su questo un aiuto consistente potrebbe arrivare da nuove considerazioni dell’Aifa sul vaccino AstraZeneca.
Nella corsa ai vaccini Figliuolo non vuole buttare AstraZeneca - L'HuffPost
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