Non più ventuno giorni, ma il doppio. La Lombardia ha deciso di dilatare i tempi tra la somministrazione della prima e la seconda dose dei vaccini anti covid Pfizer e Moderna, i cui richiami al momento vengono effettuati tre settimane dopo la somministrazione del primo siero.
Ad annunciarlo, dopo il via libera del comitato tecnico scientifico arrivato mercoledì, è stata l'assessore al welfare del Pirellone, Letizia Moratti. "Più persone vaccinate prima con allungamento intervallo tra 1° e 2° dose Pfizer e Moderna. In Lombardia per chi ha già l’appuntamento per la 2° dose non cambia nulla. Solo a partire da domani 7 maggio, gli appuntamenti per la 2° dose saranno fissati a 35-42 gg e non più a 21", ha spiegato la vicepresidente lombarda su Twitter.
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Quindi, per chi ha già ricevuto la prima dose e ha già l'appuntamento per la seconda resta tutto com'è. Per chi invece si vaccinerà dal 7 maggio, la seconda inoculazione sarà rinviata alla quinta o sesta settimana. L'obiettivo - con un piano tra l'altro già ipotizzato in passato dalla stessa Moratti - è vaccinare in meno tempo quanta più gente possibile con almeno una dose, che sembra comunque garantire una buona copertura contro le forme più gravi del covid.
A certificarlo è stata anche la circolare del ministero della salute, che nelle scorse ore ha trasmesso alle varie ragioni il parere del Cts sul tema. Gli esperti hanno messo nero su bianco che è "raccomandabile" un prolungamento nella somministrazione della seconda dose dei vaccini a mRNA Pfizer-BioNtech e Moderna "nella sesta settimana dalla prima dose".
Il Cts ha infatti rimarcato che "rimane una quota significativa di soggetti non vaccinati che, per connotazioni anagrafiche o patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di covid 19 gravi o fatali". Da qui l'esigenza di assicurare a tutti almeno la prima dose.
La decisione della Lombardia sulla seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna - MilanoToday.it
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