Rechercher dans ce blog

Thursday, April 15, 2021

Unicredit, Andrea Orcel eletto ceo. Passa il maxi-stipendio da 7,5 milioni - Corriere della Sera

Unicredit, Orcel eletto ceo. Passa il maxi-stipendio da 7,5 milioni

Unicredit elegge il nuovo board e insedia Andrea Orcel come amministratore delegato e Pier Carlo Padoan come presidente. Passa sul filo di lana — con il 54,10% del capitale sociale presente e avente diritto al voto (voti contrari 42,66%) — la politica di remunerazione 2021 che comprende il maxi-compenso da 7,5 milioni di euro a favore di Orcel per il primo anno, nonostante il parere contrario dei proxy advisor. I proxy advisor Glass Lewis e ISS avevano suggerito ai fondi istituzionali di votare «no» per la trasformazione di fatto della parte «variabile» dello stipendio in «fissa» (e in qual caso sarebbero rimasti i criteri in vigore nel 2020 che avrebbero comportato una retribuzione più bassa per Orcel) mentre grandi soci italiani come CariVerona (1,8%) e Crt (1,65%) avevano fatto sapere che avrebbero votato a favore. La stessa banca ha spiegato nelle risposte scritte ai soci che la retribuzione alta serve ad attrarre talenti.

I voti

Nel nuovo consiglio sono risultati eletti i candidati della lista presentata dal board uscente, ovvero Pietro Carlo Padoan, Andrea Orcel, Lamberto Andreotti — confermato anche vicepresidente vicario — , Elena Carletti, Jayne-Anne Gadhia, Jeffrey Alan Hedberg, Beatriz Ángela Lara Bartolomé, Luca Molinari, Maria Pierdicchi, Renate Wagner e Alexander Wolfgring. La lista ha ottenuto il 76,31% dei voti assembleari. Eletti per le minoranze rappresentate da Assogestioni Francesca Tondi e Vincenzo Cariello, con il 22,75% dei voti. Approvato anche il bilancio 2020. La lista è stata dunque votata da più azionisti di quelli che hanno approvato lo stipendio di Orcel. «Questo voto è da considerarsi a favore di una nuova strategia, della lista del Consiglio di Amministrazione e del nuovo CEO, in linea con l’obiettivo di rafforzare la performance di UniCredit nell’interesse di tutti gli azionisti», ha commentato un portavoce della banca.

I commenti dei protagonisti

«Questa banca ha un ruolo di riferimento nel panorama creditizio ed è un’istituzione veramente paneuropea, le cui origini sono saldamente radicate in Italia, il Paese dove sono nato», ha dichiarato Orcel dopo la nomina. «Vedo in UniCredit l’opportunità di fare la differenza. Un’opportunità per fare le cose in modo diverso e creare un modello di come può essere l’attività bancaria, fatta nel modo giusto, per le giuste ragioni».
«Il mio obiettivo principale sarà quello di creare le migliori condizioni affinché la banca generi valore per i suoi azionisti e per tutti i suoi stakeholder», ha dichiarato Padoan ringraziando il presidente uscente Cesare Bisoni. Circa la nomina di Orcel Padoan ha sottolineato che «l’esperienza di Andrea è per diversi aspetti unica, in quanto combina funzioni di consulenza e di guida di alcune delle più importanti istituzioni finanziarie del mondo. La sua ampia capacità di gestione strategica in tutte le aree del settore bancario e il suo track record nella gestione di team diversificati a livello globale ci consentirà di essere in grado di realizzare la nostra ambizione di servire al meglio i nostri clienti e creare le condizioni per una crescita sostenibile di lungo periodo per tutti i nostri stakeholder».

In assemblea

In assemblea era presente un’ampia rappresentanza del capitale sociale, circa il 60,47% del totale, in linea con le passate assemblee. L’assise si è tenuta in virtuale, con la partecipazione del rappresentante comune degli azionisti che ha raccolto le deleghe di voto. I principali soci presenti sono Blackrock (5,15%), Capital Research (5%), Allianz (3,1%), Norges Bank (3%), Atic (holding di Abu Dhabi, 2%), Delfin (la holding di Leonardo Del Vecchio, 1,9%), e le Fondazioni Cariverona (1,8%) e Crt (1,7%).

Alla prova del risiko bancario

Il talento di Orcel sarà messo alla prova fin da subito. La banca è attesa al varco delle operazioni straordinarie, viste come la strada per colmare il divario in Italia con Intesa Sanpaolo. C’è l’ipotesi Mps, che porterebbe con sé 6 miliardi di dote, ma non è scartata un’operazione su Banco Bpm, che avrebbe anch’essa una dote sotto forma di crediti fiscali (dta). Ma c’è anche da ridisegnare Unicredit e rilanciarla sul fronte dei ricavi.

«Una banca solida»

La base di partenza sarà quella che il presidente uscente Cesare Bisoni ha descritto nel suo discorso di addio: «Oggi» Unicredit, «banca straordinaria», «è solida, gode del più alto livello di patrimonializzazione della propria storia ed è adeguatamente attrezzata per affrontare le sfide che l’intero settore bancario è chiamato ad affrontare». Su Orcel Bisoni si è detto «sicuro che saprà guidare la banca affrontando al meglio le sfide che la attendono. Andrea ha un ragguardevole track record nel coniugare talento e tecnologia nel processo di trasformazione di organizzazioni finanziarie in più aree geografiche». Bisoni si è soffermato anche sul suo successore, Piercarlo Padoan: «Sono certo che UniCredit potrà beneficiare della sua straordinaria esperienza e della sua profonda conoscenza del contesto europeo ed internazionale. Il suo ingresso con largo anticipo rispetto alla scadenza del mio mandato ha consentito a Piercarlo di prendere conoscenza delle dinamiche aziendali e di contribuire alla formazione della lista oggi sottoposta al voto assembleare».

Il dividendo

C’è anche una mano tesa ai soci per le cedole: «UniCredit ha confermato la sua politica dei dividendi e pianificato una distribuzione straordinaria di capitale nell’ultimo trimestre dell’anno, qualora le giuste condizioni dovessero ripresentarsi e subordinatamente all’autorizzazione dell’Autorità di Vigilanza», ha ribadito Bisoni.

Obiettivo Generali: l’analisi di Morgan Stanley

Anche se «complessa» e con «rischi di esecuzione alti» una fusione tra Unicredit e Generali «potrebbe avere razionale industriale» per entrambe, consentendo in particolare a Unicredit di aumentare l’esposizione ai ricavi commissionali in un contesto in cui il margine di interesse sconta il contesto di tassi bassissimi. In un report dedicato al risiko bancario italiano, Morgan Stanley, nel giorno della nomina di Andrea Orcel alla guida di Unicredit, analizza lo scenario di un matrimonio tra due big italiani. «I vantaggi potenziali di una tale operazione sarebbero la possibilità di far leva sui clienti della banca in Italia, Germania, Austria e Cee e il potenziale per sviluppare prodotti integrati e smantellare gli attuali accordi di distribuzione per massimizzare la redditività», scrivono gli analisti. «L’industria della bancassicurazione europea è una delle più grandi e più redditizie a livello globale» sottolinea Morgan Stanley ricordando che «dal 2009 al 2018 la crescita del canale bancassicurativo ha superato gli altri canali sia nel vita che nei prodotti non vita in Europa e in Italia».
Morgan Stanley ipotizza che la `combined entity´ beneficerebbe della cattura dei ricavi che Unicredit attualmente divide con i suoi molti partner nella bancassicurazione, e dei costi correlati alla distribuzione. Ma queste sinergie, attese come «limitate», non giustificherebbero l’operazione senza «le significative sinergie di capitale derivanti dall’applicazione del Compromesso danese», che permetterebbe al Cet1 di salire di 3-4 punti percentuali al 17-18%. Con una tale forza patrimoniale il gruppo potrebbe distribuire in dividendi il 70% dei 7-8 miliardi di euro di utili pro-forma e fare anche del buy-back, così da «limitare parte della diluizione dell’utile per azione», che pure il merger potrebbe generare.
E se Unicredit dovrà «probabilmente» dare la priorità al rafforzamento della banca commerciale in Italia (una fusione con Banco Bpm presenterebbe «un solido razionale industriale» per la banca Usa) e alla rivalutazione del prezzo del titolo in Borsa, nel «medio termine» una fusione con Generali «potrebbe costituire una opportunità chiave per guadagnare dimensione, supportare i futuri investimenti e migliorare la redditività».

Let's block ads! (Why?)


Unicredit, Andrea Orcel eletto ceo. Passa il maxi-stipendio da 7,5 milioni - Corriere della Sera
Read More

No comments:

Post a Comment

Tim in Borsa chiude a +2,2% in attesa offerta Kkr su Sparkle - Ultima ora - Ansa.it - Agenzia ANSA

Tim chiude tonica in Borsa e indossa la maglia rosa nel listino principale, in attesa dell'offerta di Kkr per Sparkle e il dossier su N...