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Tuesday, February 1, 2022

Immatricolazioni auto nuove: a gennaio il mercato italiano scivola a -19,7% - La Gazzetta dello Sport

Il nuovo anno non inizia con il piede giusto per il mercato auto italiano, che continua a scontare le criticità provocate dalla mancanza di microchip e paga la mancanza di incentivi sulla mobilità sostenibile presenti invece in altri mercati europei

Gennaio gela le attese del mercato auto. Le 109.008 nuove immatricolazioni non bastano per iniziare il 2022 con il piede giusto, con una differenza rispetto allo stesso mese dell’anno appena concluso che si attesta a -19,7%. Permangono le turbolenze che hanno caratterizzato la seconda metà del 2021, tra la mancanza di microchip che messo in crisi la produzione svuotando gli stock dei concessionari e il mancato rinnovo degli incentivi chiusi per mancanza di fondi e non più rinnovati. Una tempesta perfetta che ha affossato il mercato e che continua a far sentire i propri effetti.

I dati delle immatricolazioni

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Secondo i dati Aci elaborati da Unrae la parte del leone tra le immatricolazioni spetta ai clienti privati con 72.684 auto nuove e una quota di mercato del 67%, con il noleggio a lungo termine in seconda posizione a quota 16.986 targhe e il 16% di market share. Segnali positivi dal noleggio a breve termine, pesantemente colpito dalla pandemia che nei primi mesi dell’anno rinnova i parchi auto: 1.832 immatricolazioni rispetto alle 774 dello scorso anno e una quota di mercato di poco inferiore al 2%. Le società registrano 6.081 targhe e il 5,6% di market share, di rilievo il dato relativo alle autoimmatricolazioni (le vetture che case auto e concessionari intestano a se stessi): 11.425 che rappresentano il 10% del mercato.

Rallentano anche ibride ed elettriche, cresce il Gpl

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Spostando il focus sulle alimentazioni a gennaio 2022 le immatricolazioni di auto a benzina sono state 29.659, il 39% in meno; quelle di auto diesel 20.734, il 43% in meno; 10.059 quelle a Gpl, unico dato in controtendenza con +22,8; le auto a metano si fermano a 1.421 immatricolazioni (29.802 il cumulato), il 48% in meno. La mancanza di incentivi all’acquisto frena la crescita delle motorizzazioni elettrificate, notoriamente più costose, che rimangono in territorio positivi senza però gli incrementi a tripla cifra registrati negli ultimi due anni. Le ibride (full e mild) immatricolate e gennaio sono state 38.016 (+15%), 5.461 quelle ibride plug-in (+45%), Il dato delle vetture completamente elettriche recita 3.658 targhe, il 46% in più rispetto allo stesso mese del 2021.

La top ten dei marchi

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A livello di immatricolazioni per marca, a gennaio in testa alla classifica c’è Fiat con 16.024 targhe (-20,81 rispetto al 2021), seguita da Ford a quota 8.168 (-8,64%) e da Volkswagen (-29,65%). La top ten prosegue poi con Toyota (7.575, -11,6%), Dacia (7.082, in controtendenza a +46%), Peugeot (6.639, -28%), Renault (5.415, -21,5%), Jeep (4.515, -18%) e Bmw (4.285, -21,5%). Chiude la classifica dei migliori dieci marchi Opel con 3.609 nuove immatricolazioni (-31,8%).

I commenti della filiera

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I dati negativi sono stati commentati con preoccupazione dalle associazioni di categoria del settore automobilistico. Michele Crisci, presidente dell’Unrae (associazione che raggruppa i costruttori), sottolinea che “è urgente portare avanti i progetti del Ministero dello sviluppo economico a sostegno dell'acquisto di veicoli a basse emissioni, per non bloccare il processo di elettrificazione nel nostro Paese. E, infine, allineare la fiscalità italiana dei veicoli aziendali a quella dei principali major market europei per rendere competitive le imprese italiane”. “Si apre un altro anno all’insegna dell’incertezza per le nostre imprese” - afferma Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto. Nonostante le recenti dichiarazioni sia del Ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, sia del suo vice, Gilberto Pichetto Fratin, secondo i quali si sta lavorando a nuove misure per sostenere il settore automotive, il ritardo delle decisioni governative, già nel primo mese dell’anno, ha restituito un volume di immatricolazioni al di sotto dei livelli degli ultimi quattro anni e con una consistente riduzione degli ordini, anche delle elettriche, che impatterà nei mesi successivi. Solo per avere un ordine di grandezza, la flessione complessiva è quasi del -35% rispetto a gennaio 2019. È evidente come, con questi numeri, la domanda di sostituzione del parco circolante più vecchio con veicoli green risulta totalmente inadeguata agli obiettivi attesi”. “Al di là dei risultati di mercato di questo primo mese del 2022, in continuità con il trend fortemente negativo del secondo semestre 2021 — afferma Paolo Scudieri, Presidente di Anfia – mi preme evidenziare che non sono ulteriormente procrastinabili la definizione e l’avvio di un piano di politica industriale dedicato alla transizione della filiera automotive, un processo che, se non adeguatamente gestito, potrebbe costare al nostro Paese oltre 70.000 posti di lavoro persi”.

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